Come superare un esame all’università: 4 consigli utili
L’università rappresenta un grande investimento a favore della propria crescita personale e professionale. Intraprendere un percorso di studi universitario agevola, infatti, non solo l’acquisizione di nuove abilità e competenze, ma affina anche il carattere, aiuta a maturare.
Eppure, nonostante gli inconfutabili vantaggi, la carriera universitaria continua a intimorire un’elevata percentuale di giovani: alcuni studenti hanno confessato di temere in particolar modo gli esami; dalla preparazione con riferimento allo studio alla modalità di esecuzione delle prove.
Ma perché gli esami fanno così paura, specialmente a inizio carriera? La riposta è molto semplice. Orale o scritto, non importa: l’esame universitario rappresenta una grande novità. Si tratta di una vera sfida conoscitiva agli occhi del discente, ma che non è mai sinonimo di confine invalicabile.
A seguire alcuni consigli utili per superare un esame all’università, senza ansia, senza stress e, soprattutto, con piena fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.
Superare un esame: trova il tuo metodo di studio
Trovare il proprio metodo di studio è un il primo passo da compiere. Comprendere la migliore metodologia per prepararsi e superare a pieni voti un esame universitario è indispensabile per vivere ogni prova senza ansia, stress e altre inutili preoccupazioni.
Svolgere e superare un esame deve essere visto come una grande opportunità, una sfida su sé stessi; e non solo in termini di abilità e competenze acquisite, ma soprattutto con riferimento ai propri metodi di pianificazione e organizzazione dello studio universitario.
Un’avvertenza: se sei alla ricerca del miglior metodo di studio per affrontare un esame, non troverai risposta. Non esiste un metodo di studio universalmente valido: ciascun apprendente deve trovare il più coerente con i propri ritmi di studio e impegni quotidiani.
In linea generale, l’unico consiglio è individuare la tecnica di studio più efficace, vale a dire quel metodo di studio che ti consente di apprendere, dunque leggere e comprendere (non solo memorizzare) il maggior numero di nozioni e concetti nel più breve tempo possibile.
Arriva preparato: organizza il tuo piano di studi
Strettamente correlato al metodo di studio, la pianificazione dello studio è fondamentale per arrivare al giorno della prova d’esame senza ansia. La parola chiave per il successo è organizzazione nei minimi dettagli su ogni aspetto incluso nella fase di apprendimento.
A seconda del tuo personale metodo di apprendimento (dalla semplice lettura all’evidenziamento dei concetti con eventuali ripetizioni) pianificare in maniera dettagliata e stilare un vero piano di studi da rispettare e seguire alla lettera è decisivo per superare un esame universitario.
Dalla gestione del tempo al monitoraggio del materiale di studio di riferimento, ogni fase dell’apprendimento deve essere appuntata e rispettata in maniera rigorosa. Avere davanti a sé un calendario di studio dettagliato può fare la differenza sul voto finale.
Come accennato in precedenza, non limitarti alla memorizzazione, ma abbraccia la curiosità più sincera ed esplora l’argomento, integrando il materiale di studio richiesto dall’esaminatore o dal professore con appunti, approfondimenti, ricerche e altre risorse fuori dal singolo oggetto libro
Gestisci l’ansia durante la prova d’esame
Anche lo stato emotivo può giocare brutti scherzi sulla buona riuscita di un esame. Le emozioni negative, in particolare, possono rivelarsi gravi elementi di disturbo. Ansia, stress e preoccupazioni alterano la percezione della realtà e oscurano le abilità di focus, concentrazione e attenzione.
Se presenti in maniera eccessiva, ansia, stress e paura possono diventare un filtro percettivo altamente disfunzionale e, molto spesso, controproducente ai fini della prova stessa. Vivere un esame universitario con uno stato d’animo alterato può comportare effetti indesiderati.
Tra le peggiori conseguenze si evidenzia l’alta percentuale di rischio di fallimento di un esame o di superamento dello stesso in maniera divergente rispetto alle proprie aspettative o, comunque, poco coerente con riferimento alla propria preparazione e organizzazione di studio.
Saper controllare il proprio sentire, non lasciarsi sopraffare dalle emozioni; gestire l’ansia attraverso tecniche di respirazione, yoga e meditazione aiuta ad sviluppare un mindset positivo e, di conseguenza, ad affrontare gli esami con maggior fiducia e autostima.
Anche l’università può fare la differenza
Infine, anche la scelta dell’accademia può fare la differenza sull’esito finale di un esame. Scegliere di frequentare un università più contenuta e organizzata, come ad esempio una SSLM, agevola il percorso di studi, favorendone un andamento sereno, propositivo e positivo.
Un’università a numero ristretto considera i discenti anzitutto come persone e ne sostiene lo studio con un percorso di crescita personale e accademica umano ed empatico, senza lasciare alcun studente indietro.
Per gli interessati alla Scuola Superiore per Mediatori Linguistici, realtà più piccola non è sinonimo di scarsità; tutt’al contrario: un numero ristretto è sempre garanzia di qualità, dallo studio alle relazioni umane.
Non sarai un numero agli occhi dei professori, ma uno studente con un nome e un cognome; una persona da affiancare e guidare con sincera passione e dedizione nel percorso di studi attraverso il grande dono dell’insegnamento: la condivisione del sapere.
Esami universitari: come si svolgono?
Parte integrante di ogni curriculum studiorum, gli esami universitari accompagnano il discente durante l’intero percorso accademico. Dal più semplice al più faticoso, ogni esame superato consente di ridurre progressivamente il carico del percorso di studi, avvicinandosi sempre più alla meta, tanto desiderata quanto apparentemente interminabile, della laurea.
Indipendentemente dall’ambito prescelto, per raggiungere la specializzazione sperata ogni studente deve seguire un iter formativo specifico, progettato per indirizzare lo studio verso una didattica propedeutica allo sviluppo di nozioni, concetti e competenze necessari al lancio della carriera lavorativa della futura figura professionale al di fuori dell’ambito accademico: il neolaureato.
La prova è dunque un tassello obbligatorio e rappresenta un momento di estrema importanza per ogni laureando: affrontare un esame universitario consente non solo di misurare il livello di conoscenza acquisita durante un corso di studio, ma soprattutto di valutare la validità del proprio metodo di studio; ma come si svolge un esame universitario?
Le date e gli appelli d’esame
Le modalità di svolgimento degli esami universitari sono molto numerose e possono variare a seconda dell’università selezionata, del Paese di riferimento e, nondimeno, in base alla tipologia di corso di laurea prescelta.
Nonostante l’eterogeneità tipica di tali prove conoscitive, è possibile indicare una serie di regole universalmente valide e procedure standardizzate per ogni percorso universitario. In linea generale, le sessioni di esame si svolgono attraverso organizzazioni in date prestabilite.
Tali periodi di tempo sono riconosciuti in ambito accademico con il termine di “appelli d’esame”. Gli appelli a disposizione degli studenti rappresentano infatti l’arco di tempo stabilito e ufficialmente riconosciuto per sostenere e affrontare un determinato esame.
La cadenza degli appelli è decisione dell’amministrazione universitaria: ogni pianificazione prevede la suddivisione di ciascuna prova d’esame secondo procedure e ritmi rigorosi. Generalmente, la cadenza è regolare, a fine del semestre o dell’intero anno accademico.
Non mancano, però, soluzioni a cadenza irregolare, i cosiddetti “appelli straordinari”, perlopiù organizzati per il recupero esami, in modo da reintegrare alcune categorie di studenti, alleggerendo tempestivamente il piano di studi.
Gli esoneri
Per gli esami più difficili, in particolare quelli più complessi in termini di mole di studio o di carico concettuale, sono generalmente previsti degli “esoneri”, ossia delle prove intermedie che hanno il principale obiettivo di suddividere e organizzare la quantità di studio destinata all’apprendimento e, di conseguenza, a un’adeguata preparazione.
Gli esoneri sono le modalità di esame preferite dagli studenti perché consentono di affrontare un esame in modo progressivo, senza particolari sforzi, sacrifici e, dunque, stress. Un esame universitario organizzato in uno o più esoneri consente di valutare in maniera graduale e strutturata, organizzando le singole abilità in veri “blocchi” di prove.
In breve, gli esoneri possono essere definiti come percorsi valutativi suddivisi in tappe, pianificati con l’obiettivo di alleggerire un determinato esame, in modo tale da focalizzare la concentrazione e l’impegno dell’apprendente su porzioni di argomenti. Questo approccio favorisce uno studio più sano, propedeutico e sereno, favorevole alla gestione del carico di lavoro e, soprattutto, alla vera comprensione del contenuto materia di esame.
Questo metodo sprona gli studenti a maturare un’inclinazione allo studio più attiva, motivata e propositiva; in breve, ad abbracciare un mindset positivo, spinto dalla curiosità del sapere e sincera passione verso lo specifico argomento. Gli studenti di esami suddivisi in esoneri sono più attenti e mostrano un atteggiamento più partecipativo durante le lezioni.
La prova finale: pratica o teoria?
Per svolgere un’esame è dunque necessario iscriversi all’appello. Una volta segnata la data d’esame sul calendario inizia la vera preparazione: gli iscritti all’appello avviano il proprio piano di studi per affrontare l’esame e superarlo con successo, studiando il materiale previsto dal programma del corso di studio, integrandolo con appunti, ricerche e altre risorse fuori dal testo.
Anche in questo caso, non esiste una norma universalmente valida sugli svolgimenti degli esami universitari: le tipologie di prove finali sono innumerevoli e possono variare a seconda del tipo di corso di laurea o, semplicemente, dal singolo professore.
Ogni esame, a sua volta, differisce in base alle proprie caratteristiche. Con riferimento alla loro tipologia, gli esami si suddividono in due grandi categorie: scritti e orali, entrambi hanno lo scopo di valutare le competenze dello studente sia in produzione sia in ricezione.
Riguardo al piano della misurazione delle abilità e competenze, invece, gli esami si suddividono in teorici e pratici. In generale, la didattica italiana è perlopiù incentrata su modalità di svolgimento teoriche; poco spazio è rilasciato per prove pratiche.
Tuttavia, corsi di laurea specifici come quello in Mediazione Linguistica certificato dalla SSML bilanciano entrambe le categorie, riconoscendo effettivo valore alla pratica, e dunque anche alle prove a essa correlate: la pratica linguistica resta un’attività di apprendimento e verifica indispensabile per insegnare e monitorare la conoscenza e l’uso in situazione – know e know-how – di una o più lingue straniere.
Cosa fare dopo il liceo linguistico?
Cosa fare dopo il liceo linguistico? La domanda che si pone ogni studente alla fine dell’intero quinquennio non è banale. Al giorno d’oggi conoscere le lingue è fondamentale; e non solo per ricoprire ruoli nell’ambito della traduzione.
Il diploma in lingue rappresenta da sempre una spalancata porta verso il mondo del lavoro. Sempre più globalizzata, digitalizzata e interconnessa, oggi più che mai la società odierna richiede, e in alcuni campi pretende, una competenza plurilingue.
La ricchezza del multilinguismo è grande tesoriera per la comunità mondiale: vantare il supporto di figure professionali altamente specializzate nell’interpretariato e nella mediazione favorisce la comunicazione e agevola la mobilità internazionale.
La ricchezza del plurilinguismo nella società attuale
Grazie alla loro competenza in una o più lingue straniere, gli studenti diplomati al liceo linguistico perseguono il fine della mediazione interculturale, divenendo stabile supporto di un mondo sempre più collegato, integrato e inclusivo.
Considerato tale contesto, non sorprende la domanda crescente da parte di aziende di professionisti operanti in contesti multilingue. Le abilità linguistiche, difatti, non solo accrescono a livello personale, ma rendono accessibili molti settori lavorativi.
Tra i più importanti si ricordano il turismo, la cooperazione internazionale, l’insegnamento, la traduzione, la mediazione linguistica e, non per ultimo, il commercio. In breve, esistono solo grandi opportunità lavorative per i parlanti multilingue;
ma parlare e comprendere diverse lingue straniere è diventato oggi un requisito essenziale per il successo anche in settori altri rispetto al campo strettamente interlinguistico e culturale. In qualsiasi lavoro, la conoscenza delle lingue straniere consente di interagire senza vincoli.
I vantaggi della conoscenza di una o più lingue straniere
Oltre al settore lavorativo, la conoscenza in una o più lingue straniere apporta notevoli vantaggi per il discente. La conferma di tale verità arriva da dimostrazioni empiriche, sperimentate e verificate da numerose ricerche scientifiche.
La letteratura in merito è sconfinata e stando agli esiti della ricerca, la competenza plurilingue presenta considerevoli stimoli con effetto positivo sulle capacità cognitive; prime tra tutte le capacità di memoria e apprendimento.
Di più, vantare un livello QCER avanzato (Quadro Comune di Riferimento delle lingue) con riferimento a una lingua straniera, come un C1 (Avanzato) o C2 (Padronanza) consente di allargare i propri orizzonti conoscitivi grazie alla completa immersione culturale della lingua target.
In breve, conoscere una o più lingue straniere non solo apre le porte al mondo del lavoro, ma agevola lo sviluppo personale, rende più intelligenti, anche a livello emotivo ed estende la fruizione delle fonti conoscitive senza limiti linguistici e culturali.
Dopo il liceo: perché non bisogna fermarsi al diploma
Di fronte alla crescente richiesta di professionisti nel campo della traduzione e mediazione interlinguistica, è bene non fermarsi al diploma e proseguire il percorso di studi in lingue con un corso di laurea e, in seguito, una specialistica per affinare le proprie competenze plurilingue.
Al pari di altri settori, anche il campo linguistico rappresenta un settore dinamico e in costante evoluzione, in perfetta linea con le esigenze di un mondo altrettanto complesso, ricco di mutamenti e trasformazioni all’ordine del giorno.
Di più, il mondo della formazione linguistica richiede ruoli altamente qualificati, con certificazioni linguistiche aggiornate e coerenti ai bisogni crescenti. Proseguire gli studi consente pertanto un modo strategico per ottimizzare abilità linguistiche e culturali della lingua target.
Nel contesto caotico della globalizzazione, l’esperto in lingue rappresenta l’ago della bussola, il punto stabile all’interno della mediazione linguistica internazionale; e per diventare un vero professionista deve ultimare il proprio curriculum accademico con una formazione più avanzata.
Quale percorso di studi dopo il liceo linguistico?
Nella lista delle possibili carriere accademiche da intraprendere dopo il liceo linguistico spiccano i corsi specializzanti come corsi di laurea o master in interpretariato, traduzione o mediazione linguistica.
A seconda della professione desiderata, è possibile incanalare il proprio percorso di studi in differenti curricula universitari finalizzati all’avanzamento di metodi e tecniche di traduzione, interpretariato e mediazione interlinguistica.
Per gli appassionati di letteratura e cultura della lingua oggetto di studio è preferibile frequentare un corso di laurea in lingue e letterature straniere; se, invece, è lo scenario mondiale il campo professionale desiderato, è bene conseguire il titolo in cooperazione internazionale.
Per gli interessati a tutti gli aspetti linguistici che presiedono alle differenze linguistiche superficiali , invece, è consigliato il curriculum in lingue e mediazione linguistica: comprendere l’unità nella diversità è il grande passo verso la mobilità linguistica.
Certificazione linguistica, cos’è e come ottenerla
Certificazione linguistica, Conoscere una o più lingue è oggi un prerequisito indispensabile per facilitare l’entrata nel mondo del lavoro. Avere una competenza multilingue può aumentare considerevolmente il ventaglio di opportunità professionali; soprattutto nei settori dove le abilità linguistiche sono considerate indispensabili, come la traduzione, l’interpretariato e la mediazione.
Le possibilità lavorative sono numerose e si estendono in diversi campi: dal commercio alla cooperazione internazionale, alla politica, diplomazia e turismo. Negli ultimi anni si è registrato un sensibile aumento della richiesta di profili professionali con abilità plurilingue: le aziende sono alla costante ricerca di valide figure per ricoprire importanti ruoli e posizioni internazionali.
Avere abilità produttive e ricettive in una o più lingue, tuttavia, non è sufficiente: è necessario dimostrare di avere effettiva padronanza delle proprie competenze linguistiche. Al giorno d’oggi, il documento ufficiale che attesta l’effettiva competenza nel settore multilingue è la certificazione linguistica.
Che cos’è una Certificazione Linguistica?
La certificazione linguistica è un documento ufficiale rilasciato da un ente specifico e accreditato dal MIUR. A seconda della lingua selezionata, l’istituto di formazione o l’organizzazione dedicata al test linguistico sarà differente.
Tra gli enti specializzati nel rilascio di certificazioni linguistiche si ricordano:
- Università di Cambridge, che rilascia i certificati “Cambridge English”;
- Institut français, per le certificazioni “DELF/DALF”);
- Instituto Cervantes, con le certificazioni “DELE”);
- Goethe-Institut, per le certificazioni “Goethe-Zertifikat”.
Tale attestato è riconosciuto a livello internazionale e, come da nome, certifica il livello di conoscenza della lingua straniera (L2 o LS) in riferimento al QCER: descrive ogni singola competenza linguistica secondo norme precise, in nome della comunicazione e della mobilità internazionale.
Che cos’è il QCER delle lingue e a cosa serve?
Conosciuto anche come Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue, il QCER è il sistema di riferimento internazionale istituito dal Consiglio d’Europa che dal 2001 certifica e attesta le abilità linguistiche del singolo discente.
Nello specifico, il QCER definisce sei livelli di competenza, che si estendono dall’A1 (principiante) al C2 (esperto). A seguire, la descrizione per ogni singolo livello riconosciuto dal Quadro Comune di Riferimento Europeo per le lingue:
- A1: Contatto = competenza minima;
- A2: Sopravvivenza = competenza base;
- B1: Soglia = competenza intermedia;
- B2: Progresso = competenza professionale;
- C1: Efficacia = competenza avanzata;
- C2: Padronanza = competenza avanzata quasi madrelingua.
Ogni livello identifica le competenze in più abilità linguistiche, come leggere, scrivere, ascoltare, parlare e interagire, ed è a sua volta valutato in base ad altri sotto-livelli linguistici suddivisi nelle capacità linguistiche che seguono:
- capacità produttive, scritte e orali;
- capacità ricettive, scritte e orali;
- capacità comunicative in più contesti linguistici (quotidiani, professionali, specialistici).
Lo scopo del QCER è fornire certificazioni valide, con valutazioni oggettive e regolarizzate sulle competenze plurilingue. Il riconoscimento internazionale di tali documenti favorisce la comunicazione multiculturale, agevolando la mobilità internazionale di lavoratori e studenti.
Come ottenere una certificazione linguistica?
Per essere valide, le certificazione linguistiche devono essere rilasciate da enti accreditati e specializzati dopo il superamento di un esame ufficiale. Per tale motivo, è bene informarsi sulla natura dell’ente o istituto in base alla lingua selezionata.
Per ottenere la certificazione linguistica è possibile affidarsi al percorso accademico, con esami di lingua straniera appositamente sviluppati sulla base del QCER: i percorsi didattici preparano i discenti a sviluppare tutte le competenze plurilingue necessarie per superare l’esame finale.
Lo svolgimento e la valutazione dell’esame è imparziale, condotta da un team di giudici obiettivi che scrutano la singola prova con equità e, soprattutto, a prescindere dal percorso formativo intrapreso o seguito da ogni apprendente.
Questo significa che per ottenere una certificazione linguistica non è indispensabile seguire un percorso universitario. Studente dell’università o autodidatta; non importa: l’esame ai fini della certificazione linguistica garantisce il massimo dell’oggettività.
Certificazione linguistica: il percorso consigliato per ottenerla
Nonostante non sia indispensabile intraprendere un curriculum universitario per superare l’esame finale QCER, l’università resta il percorso formativo più consigliato dagli esperti per ottenere una certificazione linguistica.
Corsi di laurea come quello in lingue e mediazione linguistica formano professionisti con conoscenze e competenze linguistiche avanzate sia in contesti formali che informali; ma non solo. Tali figure diventano veri esperti delle culture e delle tradizioni delle lingue target.
Attraverso la formazione mirata sulla LS e sulle tecniche di comunicazione interculturale, il percorso in mediazione linguistica garantisce il raggiungimento della certificazione grazie agli esami in lingua straniera, sviluppati sul riconoscimento internazionale del QCER.
Lavorare al Parlamento europeo come traduttore e interprete
Lavorare al Parlamento europeo come traduttore e interprete è un ruolo molto ambito e prestigioso, ma anche di grande responsabilità.
Tale figura professionale richiede un insieme differenziato di abilità sociali, economiche e politiche unite a certificazioni linguistiche e competenze plurilingue.
Il sapere linguistico, in particolare, è imprescindibile: è la chiave del mondo globalizzato; l’abilità indispensabile per comprendere e interagire con la complessità multiculturale odierna;
ma come si diventa mediatore all’interno dell’Europarlamento? È sufficiente la sola conoscenza di due o più lingue straniere?
Lavorare come traduttore al Parlamento europeo
la grande responsabilità del traduttore
Lavorare all’interno dell’europarlamento in qualità di traduttore o interprete è un compito difficile e di estrema responsabilità. Prima di considerare gli aspetti imprescindibili del ruolo è bene evidenziare l’importanza internazionale degli attori coinvolti.
Diventare mediatore di un europarlamentare significa dare voce alla rappresentanza di un Paese sullo scenario mondiale. La professione è tanto ricercata quanto complessa: un buon traduttore deve essere in grado di riportare in un’altra lingua le dinamiche internazionali.
Ogni operazione di traduzione, interpretariato e mediazione deve essere precisa ed esatta: il mediatore linguistico deve rappresentare una garanzia all’interno dell’Europarlamento: un ponte stabile in grado di collegare lingue e culture senza ostacoli, contrasti e incomprensioni.
Abilità e competenze linguistiche per lavorare come interprete linguistico nell’Europarlamento
La professione del mediatore linguistico all’interno dell’Europarlamento richiede un insieme differenziato di abilità.
Oltre alle attività di mediazione in una o più lingue straniere, tale figura interculturale deve essere in grado di comprendere i linguaggi non verbali – gesti, espressioni, linguaggio del corpo, e gli impliciti sottesi ai discorsi.
Inoltre, il mediatore culturale deve rispondere in maniera corretta a situazioni inattese all’interno dell’Europarlamento: il ruolo richiede grande calma, pazienza e maestria di fronte a imprevisti, contesti stressanti e complessi.
In sintesi, il mediatore linguistico svolge un ruolo di grande importanza all’interno del Parlamento europeo e per rivestire tale ruolo è necessario avere almeno 10 competenze chiave, quali:
- competenze linguistiche nella lingua madre (L1)
- competenze plurilinguistiche in lingue seconde o straniere (L2 o LS)
- competenze di traduzione e interpretariato
- competenze di mediazione interculturale
- competenze di cooperazione internazionale
- competenze sociali e civiche
- competenze sociali
- competenze economiche
- competenze politiche
- competenze digitali
Con riferimento alle competenze multilingue, per lavorare all’interno del Parlamento europeo è necessario avere una conoscenza professionale di almeno due lingue ufficiali dell’Unione Europea unita alla una conoscenza molto buona in altre due lingue straniere.
La lingua più richiesta resta l’inglese, la lingua internazionale per eccellenza, seguita dal francese e il tedesco. Per prepararsi al meglio è suggerito intraprendere un percorso di studi affine ai requisiti richiesti, scegliendo un corso di laurea lingue e mediazione linguistico-culturale.
Tradurre non basta: la ricchezza della mediazione linguistica e culturale
La figura dell’interprete non è sufficiente a comprendere il contesto multilingue europeo figlio della globalizzazione. Di fronte alla relatività linguistica, l’attività della traduzione non basta per riportare in maniera esatta concetti e dinamiche della singola comunità di parlanti.
Affinché la mediazione linguistica riesca con successo, è necessario riportare con esattezza valori, credenze e concezioni evitando gap a vari livelli di analisi linguistica, la cui perdita di significato può comportare seri rischi per la riuscita della comunicazione.
La complessità in cui viviamo oggi si incastra alla perfezione con il ruolo del mediatore linguistico; figura più completa ed esaustiva rispetto alle varianti più tradizionali: il vero ponte tra lingue e culture.
In generale, la mediazione rappresenta la voce sicura per una comprensione interculturale esatta, integrata e sostenibile; necessità ancor più sentita nello scenario europarlamentare, dove ogni incomprensione può essere origine di conflitti non solo sul piano linguistico.
In tale cornice, conseguire una laurea in mediazione linguistica assicura una maggiore possibilità di inserimento all’interno del Parlamento europeo: di fronte alla diversità globalizzata, la mediazione garantisce la qualità del singolo scambio comunicativo.
Come si diventa mediatori all’interno del Parlamento Europeo?
Il mediatore linguistico e interculturale all’interno del Parlamento europeo è una figura professionale di prestigio, altamente specializzata e con grandi responsabilità, la cui attività è alla base della buona riuscita della comunicazione tra parlamentari e funzionari dell’Unione europea.
Il ruolo del mediatore linguistico agevola la mediazione integrata dei membri del Parlamento europeo attraverso la traduzione accurata di documenti ufficiali del Parlamento europeo – comunicati, relazioni, dichiarazioni, interrogazioni e alla corretta interpretazione completa di sedute plenarie, riunioni di commissione e conferenze di lavoro.
Per diventare mediatori linguistici all’interno del Parlamento europeo è pertanto necessario conseguire un percorso di studi a indirizzo linguistico, ad esempio un liceo linguistico seguito da laurea in lingue e mediazione linguistica, per arrivare preparati e superare con successo l’apposito concorso.
Classifica delle lingue più parlate al mondo
In un mondo sempre più interconnesso e globalizzato conoscere una o più lingue straniere rappresenta una vera ricchezza. Avere sviluppate abilità plurilinguistiche non solo amplia i nostri orizzonti conoscitivi e professionali, ma aiuta soprattutto ad accogliere le diverse tradizioni e ad apprendere la diversità socio-culturale con una mentalità poliedrica e flessibile.
Perché è essenziale parlare più lingue straniere nel 2022?
Conoscere una o più lingue differenti dalla lingua madre rappresenta una vera ricchezza interculturale tutta a favore della comunicazione con l’alterità. Avere abilità linguistiche professionali sia in produzione sia in ricezione agevola l’incontro e l’interazione con il mondo.
Apprendere e sviluppare elevate competenze plurilingue rappresenta infatti un grande investimento non solo nel mondo del lavoro, ma anche per la sfera individuale. In breve, sapere più lingue apre più sbocchi professionali e amplia le possibilità di ricevere uno stipendio maggiore.
Le abilità di mediazione, tuttavia, guardano oltre l’universo lavorativo: ampliano le proprie vedute e insegnano ad apprendere il mondo circostante senza vincoli, superando etichette linguistiche e, di conseguenza, credenze e ragionamenti tipici della cultura di appartenenza.
Perché è importante conoscere le lingue più parlate al mondo?
Se parlare almeno una lingua straniera è d’obbligo nel 2022; ancor più importante è avere competenze linguistiche in almeno due delle lingue più parlate al mondo. Parlare le lingue più importanti nel panorama internazionale rappresenta uno strumento tanto potente quanto invisibile.
La forza delle lingue risiede infatti nella completa apertura delle porte della comunicazione interculturale: parlare nell’idioma target consente di veicolare messaggi chiari e diretti, tenendo lontane scomode incomprensioni linguistiche e pragmatiche.
Durante la formazione è pertanto essenziale indirizzare i propri studi linguistici con criterio. Per ogni studente deciso a intraprendere percorsi accademici di mediazione linguistica e interculturale, è bene ponderare quali lingue apprendere e inserire nel curriculum studiorum.
Quali sono le lingue più parlate al mondo?
Prima di analizzare le lingue più importanti nel 2022/2023; qual è lo scenario mondiale attuale? Oggi si stimano 6.700 lingue parlate nel mondo. Tra queste, circa 516 sono in via di estinzione e 160 sono parlate da una ristretta comunità di parlanti (la cifra non supera le 10 unità per lingua).
Oltre all’inglese, la lingua internazionale per eccellenza, altre lingue dominano lo scenario mondiale. Riconoscere la classifica delle lingue più parlate al mondo è essenziale per indirizzare la propria formazione verso la strada sicura della ricchezza interculturale.
A seguire la lista delle 10 lingue più parlate nel 2022/2023:
- Inglese: la lingua internazionale. La sua diffusione sullo scenario mondiale è dovuta alle imprese coloniali britanniche. Si stimano oggi 1,5 miliardi di parlanti in 24 Paesi. Lingua isolante, la semplicità strutturale dell’inglese a livello sintattico e morfologico, la rende molto facile all’apprendimento. Ecco perchè studiare la lingua Inglese
- Cinese mandarino: seconda lingua più parlata al mondo ed è anch’essa isolante come l’inglese. Si stimano circa 1,1 miliardi di parlanti in 8 Paesi, tra questi 909 milioni sono parlanti madrelingua. Approfondisci lo studio della lingua Cinese
- Hindi: terzo in classifica, l’hindi, lingua ugro-finnica, vanta 600 milioni di parlanti in 22 Paesi, tra questi gli Stati Uniti, Regno Unito e Germania oltre, ovviamente, all’India.
- Spagnolo: anche lo spagnolo è molto diffuso sullo scenario internazionale ed è ampiamente studiato e accolto come seconda lingua. Parlato da 548 milioni di persone, la maggior parte è localizzata negli Stati Uniti. Scopri perchè è importante studiare la lingua Spagnola
- Francese: a metà classifica, il francese con i suoi 274,1 milioni di parlanti. Lingua romanza come lo spagnolo, la sua importanza mondiale non è legata alla sua struttura linguistica, bensì a motivi storico-culturali. Inizia a studiare la lingua Francese
- Arabo standard: lingua di tipo introflessivo, la lingua araba segue il francese con ben 274 milioni di parlanti, localizzata in 26 Paesi. Studiare L’arabo
- Bengalese: anche la lingua del Bangladesh rientra nella classifica delle lingue più parlate al mondo con i suoi 272,2 milioni di parlanti.
- Russo: al terzultimo posto troviamo una delle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite, il russo. La lingua russa è, tuttavia, l’idioma più parlato nello scenario europeo nel 2022. Inizia a studiare il Russo
- Portoghese: anche il Portoghese entra nella lista 2022 con i suoi 257,7 milioni di parlanti stimati. Scopri perchè è importante la lingua Portoghese
- Urdu: all’ultimo posto troviamo l’Urdu, una delle 24 lingue ufficiali dell’India. La lingua presenta somiglianze fonetiche con l’Hindi, ma la sua estrema complessità a livello strutturale la rende una lingua straniera molto difficile da apprendere.
Dove si trova la lingua italiana nella classica linguistica?
Con i suoi 67,9 milioni di parlanti, l’italiano si trova nella posizione 29 nella classifica completa delle lingue più parlate al mondo nel 2022.
Come diventare adattatore dialoghista per cinema e tv
Cosa fa l’adattatore dialoghista? Come si diventa adattatori? Le figure professionali, che ruotano attorno al cinema e alla tv, sono davvero numerose e diverse tra di loro. Tra i più affascinanti mestieri del mondo dell’intrattenimento audiovisivo c’è sicuramente quello del doppiatore. Il doppiaggio, in Italia, non è un mestiere di certo superfluo e porta con sé una grande tradizione. Infatti, ancora oggi, i doppiatori italiani sono i migliori al mondo e ci vengono invidiati da tutta la scena del cinema internazionale. Nessun paese, oltre all’Italia, infatti, può vantare una simile tradizione nell’arte del doppiaggio. Ma cosa c’è dietro questo mestiere?
Grazie al nostro Master in Traduzione Audiovisiva, è possibile ricevere una formazione professionale completa sul mondo del doppiaggio e sulle sue varie figure professionali come ad esempio quella dell’adattatore dialoghista.
Vediamo di anticipare qualche curiosità sul mondo dei dialoghisti dell’adattamento e del doppiaggio al cinema e in tv.
Come si diventa adattatori?
Nel variegato mondo del doppiaggio, come anticipato, esistono diverse figure professionali che partecipano tutte in sinergia per la realizzazione di un doppiaggio perfetto, sia per il cinema che per serie tv e simili. Una delle figure chiave di questa filiera del doppiaggio è sicuramente quella di adattatore dialoghista.
Per diventare adattatore è indispensabile intraprendere un percorso di studi professionale altamente mirato e completo come il nostro Master in Traduzione Audiovisiva.
Iscriversi a un percorso professionale, dunque, è il primo passo. Il nostro Master ha come obiettivo quello di formare degli adattatori dialoghisti, ossia, quelle figure professionali in grado non solo tradurre ma anche di adattare un’opera audiovisiva straniera nella propria lingua e nel proprio contesto culturale. Infatti, il lavoro dell’adattatore dialoghista va anche oltre quello del traduttore e più avanti scopriremo come mai.
Il nostro Master vanta un corpo docenti fatto di famosi doppiatori, che lavorano nel campo da anni e che potranno svelare tutti i trucchi del mestiere. Alla fine del corso, verranno formati professionisti esperti nell’adattamento e nelle tecniche di audiodescrizione, doppiaggio e sottotitolazione di opere audiovisive e multimediali (film, telefilm, documentari, telefilm, pubblicità e così via).
Intervista al doppiatore di Seymour Skinner dei Simpson
Adattatore dialoghista: cosa fa nel concreto
Come accennato, approfondiamo il lavoro di un adattatore dialoghista e capiamo qual è la differenza con un traduttore.
Questa importantissima figura professionale va a inserirsi nel processo di traduzione di contenuti destinati al cinema o alla televisione (o alle piattaforme di streaming) quando non in lingua italiana. Quanti film o serie tv amiamo la cui lingua originale non sia l’italiano? A tantissime persone che non conoscono le lingua straniere, la maggior parte di (dei) prodotti audiovisivi sarebbe preclusa senza il lavoro dell’adattatore dialoghista.
Il lavoro di un adattatore dialoghista, nel concreto, comunque, non si limita nel tradurre passivamente i dialoghi del contenuto audiovisivo da una lingua straniera all’italiano. Più precisamente, consiste nello scrivere un copione per i doppiatori. Dunque, non solo traducendo il significato dei dialoghi ma anche adattandoli alla nostra cultura italiana.
Quante volte, infatti, soprattutto le sit-com straniere usano un umorismo basato su riferimenti culturali che un italiano non può cogliere? Il lavoro dell’adattatore è quello di adattare la battuta di spirito, ad esempio, a una contesto italiano, riuscendo ad avvicinarsi il più possibile all’effetto nella lingua originale. Un adattatore dialoghista, quindi, pone tantissima attenzione anche a ottenere una trasposizione culturale del testo e della trama, non solo dei dialoghi.
Per quanto riguarda proprio i dialoghi, essendo un copione realizzato per i doppiatori, l’adattatore deve essere in grado anche di fare delle annotazioni tecniche, ossia: adattare i dialoghi in italiano al labiale degli attori. Dunque, non si tratta di un lavoro di traduzione semplice, dato che bisogna scegliere anche la traduzione più adatta al labiale degli attori (che ovviamente è diverso da quello corrispondente alla lingua italiana).
Chi traduce i copioni dei film?
Il dialoghista non è soltanto traduttore, come abbiamo visto, ma anche e soprattutto un adattatore che produce una trasposizione linguistica del contenuto audiovisivo più fedele possibile all’originale e la combina con il sincronismo labiale degli attori. Per adattare un copione in italiano, quindi, si necessita di creatività, intuizione ma anche molta tecnica.
In più, è possibile che nella filiera del doppiaggio, la figura del traduttore non coincida con quella dell’adattatore dialoghista. Infatti, non è fondamentale che il dialoghista conosca la lingua di origine da cui si intende cominciare un lavoro di doppiaggio in italiano. È possibile che il lavoro di traduzione del copione (soprattutto magari quando si tratta di lingue non romanze come il sudcoreano o il giapponese, così lontane dal nostro alfabeto) si affidi a un traduttore esperto in quella determinata lingua. Dopodiché il dialoghista lavora su quella base per produrre l’adattamento vero e proprio utile anche al lavoro dei doppiatori.
Dialoghi per il doppiaggio, traduzioni dialoghista nel cinema
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- Acquisire consapevolezza di tutte le fasi di post-produzione
- Acquisire i fondamenti della dizione e delle inquadrature cinematografiche
- Affinare l’uso dell’italiano per la produzione di liste dialoghi corrette nella forma e nella resa
- Apprendere le strategie e tecniche della traduzione
- Rielaborare e adattare il copione di partenza alla cultura di arrivo, in modo da suscitare le stesse emozioni tra i destinatari dell’opera
- Apprendere le tecniche di oversound, simil-sync e sincronismo labiale per la sala di doppiaggio
- Apprendere le tecniche e i protocolli di sottotitolazione extralinguistica, intralinguistica, in diretta e le tecniche di respeaking con utilizzo pratico di software professionali
- Acquisire i fondamenti dell’audiodescrizione, le sue tecniche per il cinema, la televisione e i musei
Master Management del Prodotto Audiovisivo per l’Entertainment e Made In Italy
Il Master intende formare professionisti nei settori del Marketing e della gestione dei prodotti Audiovisivi che in grado di promuovere il Made in Italy. I partecipanti del master saranno in grado di comprendere i fenomeni evolutivi espressi tramite il cinema, le serie televisive, i documentari. Verranno messi in risalto il mondo della moda e del design, le strategie di marketing, di comunicazione, di branding e di retailing delle grandi aziende che rendono speciale l’Italia nel mondo fornendo le competenze per la valorizzazione del nostro prodotto, del Made in Italy.
Modulo 1 – Laboratori di Doppiaggio per il voice-over e simil synch dall’italiano all’inglese
Descrizione: Dopo aver fornito una panoramica del mercato del doppiaggio, verranno introdotti i principi teorici della traduzione audiovisiva e verrà analizzato il rapporto tra il testo e le immagini e si passerà in seguito a esplorare gli aspetti tecnici che condizionano la traduzione per il doppiaggio in termini di spazio, ritmo e tempo. Ci si concentrerà in particolare sulla traduzione e l’adattamento di documentari e docu-reality. Si passerà da un primo approccio alla traduzione di un documentario di impianto più classico per approdare alla traduzione e all’adattamento dei docu-reality a fine corso.
Gli studenti lavoreranno su parti di materiali video estrapolati da contesti professionali. A fine corso gli studenti verranno invitati ad assistere a dei turni di doppiaggio presso Studio’s Academy o presso i laboratori della SSML San Domenico di Roma.
Requisiti: è necessario essere dotati di un PC con scheda audio e video di potenza adeguata a gestire un software di sottotitolazione professionale, insieme a un collegamento internet veloce e stabile. Se si lavora in ambiente Mac, occorre creare una partizione interna (Virtual Machine e simili) sulla quale far girare EZTitles, concepito per Microsoft.
Modulo 2 – Laboratorio di Traduzione per l’adattamento di film dall’inglese all’italiano e adattamento dialoghi in sincrono per il doppiaggio con particolare attenzione a film che promuovono il Made in Italy
Descrizione: Il modulo è indirizzato a chi desidera approfondire e allargare le competenze acquisite con il modulo 1 (o con la propria esperienza maturata nell’ambito della traduzione audiovisiva) e confrontarsi con la traduzione e l’adattamento in sincrono di film, serie televisive e cartoni animati. Dopo una breve panoramica sul mondo del doppiaggio e sulle differenze tra traduzione e adattamento, si illustreranno le varie fasi e tecniche di lavorazione di uno script originale che portano alla stesura della versione italiana definitiva pronta per il doppiaggio in sala. A questo fine si lavorerà alla traduzione e adattamento di un film in inglese e quindi all’adattamento di alcune parti di più episodi di una serie televisiva in lingua non conosciuta e tradotta da altri.
Requisiti: Per avere accesso al modulo, è necessario aver partecipato al modulo 1 o, in alternativa, possedere una formazione o esperienza nella traduzione. È necessaria una connessione internet veloce e stabile
Modulo 3 – Sottotitolazione di film Italiani e serie TV dall’italiano all’inglese, di film italiani e documentari e di film stranieri che promuovono il Made in Italy dall’inglese all’italiano.
Descrizione: Dopo aver presentato il mercato dei sottotitoli e aver illustrato i vari tipi di sottotitoli e di prodotti per cui viene richiesta la sottotitolazione, verranno illustrati i fondamenti tecnici della sottotitolazione e i limiti di tempo e spazio a cui essa è sottoposta. I partecipanti verranno invitati a creare e tradurre sottotitoli di varie tipologie di prodotto, film e serie televisive, e impareranno a usare dei software di sottotitolazione professionale.
Requisiti: Vedi requisiti modulo 1
Modulo 4 – Sottotitolazione per sordi
Descrizione: A completamento delle competenze acquisite con il modulo 3 (o durante la propria attività professionale in ambito di sottotitolazione interlinguistica), si affronteranno la creazione e l’adattamento dei sottotitoli intralinguistici di prodotti audiovisivi affinché siano accessibili anche al pubblico sordo e ipoudente. Cosa è necessario indicare? Come indicarlo? Dopo una panoramica introduttiva sulla cultura dei sordi, sulla base di esempi ed esercitazioni riguardanti sia il format cinematografico che il teletext, verranno illustrati i principi cardine da tenere presenti nelle scelte di sottotitolazione per sviluppare il miglior grado di sensibilità rispetto a tutti gli elementi che il nostro orecchio normalmente tenderebbe a dare per scontati.
Requisiti: Per avere accesso al modulo, è necessario aver partecipato al modulo 3 o, in alternativa, aver avuto esperienze professionali nella sottotitolazione. A livello tecnico, valgono i requisiti indicati per il modulo 1 e 3.
Docenti del Master
Arianna Ghisu
Traduttrice audiovisiva e adattatrice di dialoghi. Diplomatasi nel 2002 alla Scuola Superiore per Traduttori e Interpreti di Roma, conseguita laurea in Mediazione linguistica e seguito Master in Traduzione Audiovisiva presso SSML GregorioVII, ha iniziato a lavorare nel mondo degli audiovisivi, concentrandosi sulla traduzione di documentari. Si è dedicata anche alla traduzione letteraria e successivamente alla sottotitolazione e all’adattamento dei dialoghi. Nel corso della sua esperienza professionale ha inoltre seguito numerosi seminari e corsi intensivi sia presso diverse aziende del settore che presso la SSML San Domenico, dove insegna Laboratori di traduzione e adattamento dell’audiovisivo nella L-12 Mediazione Linguistica e nella Magistrale LM-94.
Francesca Faccendini
Traduttrice audiovisiva bilingue inglese italiano. Master in traduzione Audiovisiva laurea in Economia e MBA alla Luiss. Docente nei laboratori di traduzione e adattamento audiovisivi presso la SSML San Domenico nella laurea Triennale L-12 in Mediazione Linguistica e nella Laurea Magistrale LM-94. Appassionata di Letteratura e traduzione letteraria, si occupa anche di sottotitolazione.
Stefano Mondini
Nasce a Roma nel 1960, nel 1979 inizia la sua carriera artistica. In teatro, come attore, recita nei grandi classici, così come nelle commedie moderne, dal 2006 anche regista e autore. Nel 1984 entra nel mondo del doppiaggio dove ancora oggi è in attività, tra le cose più conosciute X-Files, Grey’s Anatomy, Breaking Bad, I Simpson. Dal 1997 è anche dialoghista e dal 2000 direttore del doppiaggio. Ha scritto e pubblicato due romanzi: “Fine del mondo non ti temo” e “Quell’estate”, oggi è anche docente di espressione vocale.
Laura Giordani
Scrittrice dall’età di 14 anni, entra nel settore doppiaggio nel 1987. Dal 1996 è adattatrice dialoghista cinetelevisiva, ed è socia dell’associazione di categoria AIDAC. Dal 2009 è audiodescrittrice RAI e dal 2017 è anche docente di audiodescrizione e adattamento dialoghi cinetelevisivi.
Marta Bifano
Figlia di Ida Di Benedetto, è una attrice professionista dal 1980, ha recitato in teatro, televisione, cinema. Il suo esordio televisivo avviene nella serie tv L’eredità della priora con la regia di Anton Giulio Majano, mentre l’anno successivo partecipa nel film Ricomincio da tre diretto da Massimo Troisi. Successivamente recita in film diretti da Ettore Scola, Carlo Lizzani. Ha una parte in Maccheroni è un film del 1985, diretto dal regista Ettore Scola con Marcello Mastroianni e Jack Lemmon. Dal 2003 inizia a produrre film e serie per la TV. Nel 2005 ha diretto e prodotto il film Sexum superando: Isabella Morra. Docente nel Master di adattamento cinetelevisivo della SSML Gregorio VII. È ora docente di linguaggi del cinema e sceneggiatura presso la SSML San Domenico di Roma nella Laurea Magistrale LM-94.
Adriana Apicella
Esperta in giornalismo digitale ed economia delle imprese dell’audiovisivo, laureata in Lingue e Letterature Straniere e in Scienze della Comunicazione, è giornalista pubblicista con esperienze lavorative maturate presso redazioni regionali, produzioni televisive (come caporedattore) per conto di Rai, Mediaset e SKY (qui come giornalista e conduttrice Tg). È stata direttore responsabile di riviste nazionali di settore (architettura, immobiliare). Funzionario presso il Garante per la Privacy nel 2010, ha curato la comunicazione video per COVIP. Attualmente cura la comunicazione e i rapporti istituzionali per gruppi nazionali ed è docente di livello universitario di “Giornalismo e comunicazione digitale” ed “Economia e Gestione delle Imprese Creative e Multimediali dell’Audiovisivo”. Nel 2012 le è stato conferito il Premio Speciale per la Cultura dell’Informazione Euro Mediterraneo per la sua attività giornalistica. Nel 2021 le è stato conferito il Premio Internazionale Books for Peace per la sezione Cultura.
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Corso di Italiano per Stranieri
Corsi di italiano per stranieri
DIPARTIMENTO LINGUA ITALIANA della SSML SAN DOMENICO – ITALIANO L2
Perché scegliere la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici San Domenico?
Perché la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici “San Domenico” è stata istituita con Decreto Direttoriale del M.I.U.R. n. 260 del 24 ottobre 2012, ed è abilitata al rilascio di titoli equipollenti, a tutti gli effetti al Diploma di Laurea Triennale in Scienza della Mediazione Linguistica rilasciata dalle Università, inoltre International Campus suo Ente gestore è certificato per la formazione professionale superiore e continua anche di livello universitario Iso 9001:2015 oltre ad essere accreditato presso la Regione Lazio per l’orientamento e la formazione (D.D. n. G12091 del 19/10/2016).
CORSI IN AULA
I corsi standard sono rivolti a tutti quegli apprendenti che desiderino conoscere ed approfondire la lingua italiana in un contesto di classe con studenti provenienti da tutto il mondo. Il corso prevede 20 ore di lezione a settimana per 3 settimane (60 ore totali) durante le quali si approfondiranno gli aspetti grammaticali, linguistici e culturali della lingua italiana in base ad una divisione in livelli prevista dal QCER.
CORSI INDIVIDUALI
I corsi individuali sono rivolti a chi desidera apprendere e migliorare la lingua italiana attraverso un percorso personalizzato con un insegnante che lo seguirà individualmente. Si tratta di corsi molto flessibili che vengono organizzati sulla base delle esigenze del partecipante.
CORSI INTENSIVI
Il corso prevede 25 ore di lezione a settimana per 4 settimane (100 ore totali) durante le quali si approfondiranno gli aspetti grammaticali, linguistici e culturali della lingua italiana in base ad una divisione in livelli prevista dal QCER. Il vasto programma di approfondimento culturale prevede la visione di film in lingua originale e visite guidate a luoghi di interesse culturale e vissuto quotidiano della città.
CORSI LINGUAGGI SETTORIALI
I corsi di linguaggi settoriali sono rivolti a quegli apprendenti di lingua italiana che abbiano già una conoscenza della lingua e vogliono approfondire un linguaggio settoriale di interesse specifico.
CORSI DITALS 1 e 2 LIVELLO
La certificazione DITALS di I° livello è un certificato che attesta una buona competenza generale nella didattica dell’italiano L2 in relazione a qualsiasi contesto di apprendimento, integrata da una competenza specifica riferita ad un particolare profilo di destinatari scelto dal candidato.
CORSI PER RELIGIOSI
un’offerta didattica mirata ai religiosi cattolici. Durante il corso, oltre ad approfondire gli aspetti grammaticali e linguistici della lingua italiana, ci si soffermerà sugli aspetti culturali, sociali e comunicativi dell’italiano considerato come lingua veicolare nella Chiesa Cattolica.
Certificazione Ufficiale
La SSML San Domenico – International Campus è inoltre centro PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri) per candidati che desiderano acquisire una certificazione ufficiale del grado di conoscenza della lingua italiana, spendibile per ottenere il permesso di soggiorno, la cittadinanza o l’accesso agli studi universitari.
La Scuola si avvale di professionisti certificati da DITALS II dell’Università di Siena, con esperienza decennale nell’insegnamento della lingua italiana a stranieri. Una scelta di qualità.
Cos’è e perché scegliere l’attestato ADA (Attestato Unico Dante Alighieri)?
L’Attestato Unico Dante Alighieri, rilasciato al termine di ogni corso ADA, ha un formato unico in tutto il mondo e documenta che a parità di livello linguistico gli studenti hanno affrontato un percorso didattico con i medesimi contenuti. Ciascun Attestato ADA è nominale e impossibile da duplicare o falsificare.
Gli accordi e i protocolli di intesa stipulati dalla Società Dante Alighieri con istituzioni, università, scuole di lingua pubbliche e private, garantiscono la spendibilità e il riconoscimento dell’attestato di frequenza ADA.
Scopri di più sul Centro Plida e la Certificazione ADA (Attestato Unico Dante Alighieri)
SSML San Domenico
Il corso di Italiano per stranieri erogato dalla Scuola Superiore per Mediatori linguistici San Domenico si tiene a Roma n Via Casilina 233, nel quartiere Pigneto a 100 m. dalla omonima fermata della metro C ed è raggiungibile dalla stazione Termini con autobus 105 e 50 o con treno di superficie da Termini Laziali, 20 min. di percorrenza (fermata S. Elena).
La SSML San Domenico è costituita da docenti, professionisti e ricercatori che mirano ai più elevati standard di ricerca accademica, per l’apprendimento e la formazione. Riconoscendo che la conoscenza è la ricchezza fondamentale della civiltà, l’Istituto pone la massima attenzione all’arricchimento intellettuale e professionale della comunità che lo sostiene.
Iscrizione corsi di italiano per stranieri
Open day università: cosa c’è da sapere
Se stai per affrontare la scelta dell’università o se dovrai affrontarla a breve, sicuramente ti sarà utile avere maggiori informazioni sugli open day, giornate di orientamento che rappresentano un aiuto fondamentale per decidere quale percorso di studi intraprendere e in quale ateneo.
In questo articolo, cercheremo di rispondere ad alcune delle domande più frequenti e di sciogliere i principali dubbi che attanagliano le future matricole.
Open day università: a cosa servono
Gli open day delle università sono giornate di orientamento organizzate allo scopo di aiutare gli studenti a compiere una scelta ragionata e consapevole.
L’evento consiste generalmente nella presentazione dell’offerta formativa e degli indirizzi di studio, ma può prevedere anche interventi dei docenti, esperienze di studenti ed ex studenti, simulazioni e visite guidate delle strutture.
Dopo oltre un anno di open day in streaming, a causa della pandemia da Covid-19, gli Atenei hanno nuovamente cominciato ad accogliere gli studenti in presenza, così da offrire una migliore esperienza di orientamento.
La SSML San Domenico raccomanda la presenza, ma offre la possibilità a chi non è del Lazio (o anche a chi è impossibilitato per altri motivi) di partecipare da remoto.
Quando si svolgono gli open day all’università
La maggior parte degli open day delle università si concentrano nel periodo che va da febbraio a settembre. Tuttavia, ogni istituto decide autonomamente quanti open day fare durante l’anno e in quali date, per questo è necessario consultare costantemente i siti internet degli atenei a cui si è interessati per rimanere costantemente aggiornati.
Adesso è arrivato il momento di partecipare ad un Open Day! Se ami le lingue perché non iniziare dalla SSML San Domenico?
Come capire qual è l’università giusta
La scelta di quale percorso accademico intraprendere è sicuramente molto difficile e non esiste un metodo scientifico sulla base del quale prendere la decisione “giusta”. È proprio per questo motivo che non bisogna sottovalutare la partecipazione agli open day, dato che rappresentano uno strumento fondamentale (e completamente gratuito) per capire se una determinata università fa o meno al caso nostro.
Oltre all’offerta formativa che ci viene presentata durante l’open day, la scelta finale non può non tenere conto sia degli sbocchi professionali, sia delle proprie passioni e attitudini.
Iscriversi al Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica, ad esempio, offre numerose opportunità lavorative nell’interpretariato, nella traduzione e in tutte quelle professioni che richiedono competenze linguistiche, ma richiede anche una forte passione e propensione per le lingue straniere indispensabili per raggiungere risultati di eccellenza.
Quali sono le università di Roma
Roma offre un ampio panorama di facoltà universitarie: da quelle umanistiche come lingue, comunicazione e lettere, a quelle scientifiche come medicina e ingegneria.
Per quanto riguarda la tipologia di ateneo, la Capitale ospita università pubbliche dalla lunga tradizione, università private, conservatori e accademie per la formazione artistica e musicale e scuole superiori per mediatori linguistici. Queste ultime differiscono dalle facoltà di lingue tradizionali sia per il tipo di preparazione, fortemente pratico e orientato al mondo del lavoro, sia per le presenza di classi poco numerose. La SSML San Domenico, in particolare, vanta un rapporto tra docente e studenti di 1 a 5, tra i più bassi in Italia.