Chi è il mediatore linguistico?
In un mondo in continua evoluzione, in cui grazie alle tecnologie e ai sistemi di collegamento le barriere sono ormai state eliminate, la comprensione del linguaggio è diventata una delle principali realtà. Comunicare infatti vuol dire comprendere ciò che viene trasferito da un altro individuo. Nel mondo moderno questa situazione a volte è più complessa di quello che si può pensare, dato la presenza di differenti culture e lingue collegate. Capire un testo o quello che viene detto in una conferenza diventa una realtà fondamentale, in particolare nel nuovo sistema economico e sociale. Per questo le figure che sono collegate al settore linguistico sono fondamentali.
Per non incorrere in errori e in situazioni spiacevoli è necessario anche comprendere il contesto di riferimento, ovvero la cultura e le tradizioni che sono collegate a una particolare realtà. Un gesto o una parola in italiano può avere uno specifico significato nel nostro mondo, mentre per un altro Paese potrebbe essere una forma di offesa o un comportamento non consono. Nel sistema globalizzato la nuova figura di mediatore linguistico acquista una valenza sempre più di rilievo. In questo articolo andremo a evidenziare le differenze tra le varie figure professionali collegate alla lingua, in particolare ci soffermeremo sulle caratteristiche di quella del mediatore linguistico e culturale, e come può essere fondamentale un percorso formativo presso la SSML San Domenico.
Le figure professionali collegate al linguaggio
Quando si parla di figure professionali strettamente connesse al mondo del linguaggio si incontrano tre diversi termini che a volte, in maniera erronea, vengono interscambiati: traduttore, interprete e mediatore linguistico.
È importante considerare che i ruoli che svolgono sono molto differenti, ed hanno competenze per quanto riguarda il linguaggio specifiche e connesse alle loro funzioni. Comprendere quali sono i loro compiti è fondamentale al fine di collocare la nuova funzione della mediazione linguistica.
Chi è il traduttore?
Quando si parla di traduzione, ci si riferisce a una tipologia di attività svolta da un soggetto, il traduttore, il quale rielabora un testo dalla lingua di partenza, a quella di arrivo.
Quindi il traduttore ha come punto di riferimento un documento scritto e necessita di conoscere almeno due lingue: quella a cui appartiene il testo da trasformare e quella del richiedente. Naturalmente le competenze di questa figura professionale sono abbastanza ampie, dato che si può specializzare in una particolare tipologia di traduzione, che può riguardare il settore giuridico, o quello medico o un settore tecnico e quindi deve avere una conoscenza per quanto riguarda la materia di riferimento, data la presenza di terminologie specifiche: l’inglese narrativo per esempio è molto diverso da quello tecnico economico o medico.
Cosa fa l’interprete?
Un interprete è una figura specializzata nella traduzione orale di una lingua straniera. L’interprete potrà svolgere il suo compito in simultanea, quindi rivolgendosi a una platea dotata di auricolari per ascoltare la sua traduzione e svolgerà il suo lavoro in una cabina professionale insonorizzata dotata di cuffie per ascoltare il discorso del relatore e di un microfono per riportare simultaneamente quanto detto. Potrà anche trasferire un’informazione ad un singolo individuo bisbigliando all’orecchio e questa tecnica è chiamata chuchotage ed è una variante dell’interpretazione simultanea. L’interprete potrà utilizzare anche la tecnica della consecutiva: l’oratore parla per un intervallo di tempo che va da 5 a 15 minuti, l’interprete prende appunti e alla fine dell’intervento del relatore riporta quanto detto fino a quel momento. La sua funzione è quella comunque di permettere la comprensione della lingua orale.
Il mediatore linguistico
Sia l’interprete che il traduttore sono delle figure che svolgono la funzione di ponte tra due mondi, collegandoli e permettendo quindi la comprensione di un testo scritto, oppure orale . Nel mondo moderno, dove non solo si vengono a incontrare le lingue ma anche le culture, nasce l’esigenza di una figura professionale differente, che abbia capacità linguistiche ampie e che però conosca anche gli elementi che caratterizzano una specifica realtà sociale.
In questa situazione si colloca il mediatore linguistico. L’etimologia della parola ci permette di comprendere quale sia il suo compito. La mediazione infatti è una realtà presente in diversi settori: civile, familiare, didattica, organizzativa e penale. Il termine indica l’intervento di un soggetto: il mediatore, il quale interviene tra due parti permettendo quindi una comunicazione diretta tra persone che non si comprendono perché parlano lingue diverse, hanno usi e costumi diversi.
Cosa fa il mediatore linguistico?
Rendere possibile la comprensione, è quello che caratterizza la mediazione linguistica, ma non è l’unica realtà strettamente connessa a questa figura. Un mediatore linguistico dovrà avere una conoscenza molto approfondita di una o più lingue, non solo dal punto di vista tecnico, ma con una visione a 360°. Infatti non basta aver appreso la lingua ma sarà necessario anche una conoscenza delle istituzioni, della cultura e della tradizione del Paese di origine. La completezza culturale non è una realtà opzionale ma parte integrante del lavoro di un mediatore. Come collegamento tra due mondi il suo compito è quello non solo di permettere la comprensione del linguaggio, ma anche di tutti quegli aspetti che sono collegati. Per fare un esempio semplice, basta considerare che nel mondo occidentale la stretta di mano è la forma di saluto più comune, mentre in alcune culture orientali il contatto è considerato come un atto sconveniente. Grazie alla conoscenza del mediatore linguistico, potranno essere non solo eliminate tutte le barriere del linguaggio, ma anche i conflitti tra culture, rendendo più semplice qualunque forma di interazione.
Differenze tra mediatore, traduttore e interprete
Se quindi si affiancano le varie figure professionali collegate al mondo del linguaggio, si può quindi evidenziare quali possono essere le differenze. Nel caso del traduttore, la competenza è strettamente collegata a una o più lingue e al contempo a un testo scritto; l’interprete invece ha una funzione connessa al linguaggio orale, mentre il ruolo del mediatore linguistico non solo riguarda l’ambito tecnico ma anche le componenti culturali e sociali che sono strettamente connesse alla lingua.
Perché iniziare la carriera di mediatore linguistico
In una società in cui i contatti tra differenti culture sono ormai una realtà quotidiana, il ruolo di un mediatore linguistico diventa fondamentale in settori sempre più ampi: dal giornalismo all’editoria, dall’ambito legale a quello commerciale, dal sociale al mondo aziendale. Negli ultimi anni la ricerca di soggetti che abbiano queste competenze è cresciuta. Ormai sono sempre di più le persone che decidono di intraprendere questo tipo di formazione per specializzarsi nella mediazione linguistica. I vantaggi sono diversi sia dal punto di vista professionale che economico.
Lavoro mediatore linguistico
Come si è evidenziato l’area di competenza del mediatore linguistico è molto ampia. Sarà quindi possibile trovare lavoro in moltissimi settori che sono direttamente o indirettamente collegati con il linguaggio:
– settore del linguaggio orale: si comprendono le attività che sono collegate al ruolo di mediazione linguistica come l’interprete in istituzioni pubbliche, enti privati e l’interprete di conferenza;
– settore turistico aziendale: il mediatore sarà necessario come guida turistica, nel ruolo di mediatore culturale, nelle strutture ricettive e del turismo, nei tour operator, nelle agenzie di viaggi, nel customer care delle aziende internazionali, nelle società di import export, in compagnie aeree e nelle agenzie di spedizioni internazionali;
– settore legato alla comunicazione e alla scrittura: la sua figura diventa fondamentale nelle agenzie di comunicazione, nell’editoria, nella traduzione di documenti e di libri, negli uffici stampa internazionali, nell’organizzazione di eventi;
– settore legale: vi sono ampi sbocchi professionale all’interno di studi legali, oppure come consulenti nei tribunali e nei vari compartimenti legati alla criminologia;
– settore sociale: negli ultimi anni, si è posto anche una necessità di avere mediatori linguistici per intervenire nei rapporti con i soggetti in fuga da Paesi sottoposti a crisi economica, al fine di essere elemento di collegamento tra la loro cultura e quella italiana ed Europea;
– settore privato: sarà infine possibile svolgere le attività di mediatore anche in modo privato, aprendo un’agenzia e svolgendo tale attività come free-lance.
Quanto può guadagnare un mediatore linguistico?
Come tutte le attività vi sono diversi fattori che influenzano il rendimento economico. La figura di mediatore linguistico è abbastanza remunerativa. In base alla tipologia di attività che verrà svolta e nel settore di competenza, si potrà ricevere un guadagno netto che sia tra i 10 € e i 15 € all’ora. In particolari casi si potrà arrivare anche ai 30 €.
Come diventare mediatore linguistico
Ma come si diventa mediatore linguistico? In primo luogo è necessario avere un diploma di scuola superiore che non sia necessariamente di un liceo linguistico.
Il passo successivo è quello di scegliere un corso di studi universitario in mediazione linguistica, come quello presente nel piano di studi della SSML San Domenico, e successive specializzazioni che porteranno quindi all’ampliamento delle competenze.
La formazione della SSML San Domenico
La Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Roma San Domenico, permette a tutti coloro che vogliono intraprendere questa strada di ricevere una formazione completa e strutturata, attraverso un percorso strutturato in tre anni che si conclude con la laurea in Scienze della mediazione linguistica (classe L 12).
Tutti i docenti sono scelti solo tra professionisti del settore, con una conoscenza linguistica di madrelingua e un’esperienza specifica in questo campo.
Vengono attivate 10 lingue differenti e l’’offerta formativa prevede lo studio di 3 lingue (l’inglese obbligatorio e due lingue a scelta tra le dieci erogate). Il percorso non è solo teorico, ma anche pratico e professionalizzante mettendo a disposizione degli studenti tirocini, workshop formativi e collaborazioni con esperti del settore. Il fine è quello di far acquisire le conoscenze culturali e tecniche e di inserire lo studente nel mondo del lavoro. L’istituto è dotato di apparecchiature multimediali d’avanguardia, di laboratori linguistici e di cabine professionali.
Perché scegliere la formazione della SSML San Domenico
Grazie al piano formativo previsto dalla SSML San Domenico non solo si avrà una competenza completa ma si riceverà anche un indirizzo in un settore specifico in ambito professionale.
La qualità della formazione è uno dei punti di forza dell’ istituto di grado universitario. Altro punto di forza sono le classi poco numerose che per permettere ad ogni studente di essere seguito in maniera attenta e permettono di adottare un metodo didattico interattivo per un migliore apprendimento delle lingue.
Il risultato è un tasso di abbandono solo dell’1%. Inoltre sono previsti anche master professionali e corsi di alta formazione .
La SSML San Domenico è la scelta giusta per intraprendere la carriera di Mediatore Linguistico e entrare con conoscenza e sicurezza nel nuovo mondo del linguaggio.